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Il Comune costretto a risarcire la profumeria gravemente danneggiata dalle piogge. Oggi in consiglio comunale un debito fuori bilancio vecchio di 22 anni.

La pioggia degli anni zero costa cara al Comune di Battipaglia. Sedicimila euro, per la precisione. È la cifra che l’Ente di piazza Aldo Moro dovrà corrispondere al titolare di una profumeria danneggiata pesantemente dalle forti piogge. Debiti fuori bilancio vecchi di venti anni e adesso finiti sui banchi del consiglio comunale per l’approvazione. La sintesi della vicenda è contenuta in una sentenza della Corte d’Appello di Salerno che a luglio del 2021 ha riformulato una precedente sentenza del Tribunale di Salerno impugnata dal titolare della profumeria, difeso dai legali Laura ed Enrico Giovine, contro il Comune di Battipaglia, rappresentato dall’avvocato Carlo Concilio.

RISARCIMENTO DA 160MILA EURO NEGATO

L’imprenditore battipagliese, proprietario di un locale compreso nel fabbricato condominiale Ragone di via 28 aprile, utilizzato per la sua attività commerciale di profumeria, e di un deposito sottostante citò in giudizio il Comune per i danni subiti dalle infiltrazioni d’acqua che, si legge nella sentenza, «si erano verificate a causa dell’errata costruzione e della pessima manutenzione della rete fognaria comunale». Merce compromessa e locali danneggiati. Una situazione che spinse il titolare della profumeria a chiedere non solo il risarcimento dei danni, ma pure le opere necessarie per eliminare le cause delle infiltrazioni. Danni che, effettivamente, il giudice del Tribunale di Salerno attribuì alla cattiva manutenzione della rete fognaria evidenziando le responsabilità dell’Ente che provò comunque a resistere in giudizio. Il Tribunale di Salerno, però, riconobbe solamente 11.800 euro a titolo di risarcimento senza quantificare il danneggiamento della merce poiché «l’attore non ha fornito precisi riferimenti in ordine alla quantità e alla qualità della merce».

Un mancato risarcimento per la merce da buttare che ha spinto il proprietario dell’attività commerciale a proporre un appello. Diversi anni più tardi si è arrivati in Corte d’Appello. E i magistrati hanno innanzitutto dichiarato l’inammissibilità della chiamata in causa del condominio Ragone, accertando che le cause delle infiltrazioni sono da ricondurre alla scarsa manutenzione del sistema fognario, all’aumento del bacino di utenza, alle forti precipitazioni meteoriche e a una rete fognaria mal progettata. Riconoscendo, però, solamente l’aggiunta delle spese processuali e delle spese per il Ctu, senza accogliere la richiesta di risarcimento danni per la merce che sarebbe ammontata a 160mila euro circa. Adesso il Comune dovrà pagare: 16.000 euro per chiudere una vicenda cominciata nel 2000.