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Si allarga l’inchiesta delle tangenti elargite ai giudici per pilotare le sentenze. A seguito degli interrogatori, sembrerebbe che le mazzette, distribuite negli uffici della commissione regionale, sarebbero molte più delle dieci iniziali. E riguarderebbero anche la commissione provinciale.

I quattordici indagati per lo scandalo delle mazzette sono stati ascoltati dal gip Piero Indinnimeo e dal sostituto procuratore Elena Guarino. Ognuno di loro – si legge sulle pagine de Il Mattino – avrebbe fornito una propria versione dei fatti. Tutti tranne Andrea Miranda, avvocato di fiducia della Facomgas srl, che si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’unico, dunque, a rimanere in carcere assieme ai giudici Ferdinando Spanò e Giuseppe De Camillis, e i due dipendenti Giuseppe Naimoli e Salvatore Sammartino.

C’è anche una persona a piede libero: è Giuseppe De Vivo. Il gip Indinnimeo non ha trovato nessuna responsabilità da attribuire al consigliere comunale di Castel San Giorgio. De Vivo avrebbe dichiarato di aver pagato 250mila euro al consulente Miranda perché era la prassi a prevederlo. “Non sapevo che una parte di quei soldi sarebbe andata ai giudici sotto forma di mazzetta“.

E come spesso accade nelle vicende di questa portata, a seguito degli interrogatori il quadro si allarga: non soltanto la commissione regionale, ma anche quella provinciale sembrerebbe coinvolta in quello che rischia di diventare un caso ben più preoccupante di quanto non lo sia già. Inizialmente, i finanzieri avevano ricostruito l’accaduto parlando di una decina di mazzette distribuite negli ascensori degli uffici della commissione regionale, che avrebbe coinvolto un paio di giudici salernitani. Oggi, la situazione è diversa: le tangenti sarebbero molte di più, e anche il numero dei giudici coinvolti rischia di aumentare.

Stando a quanto emerge dalle intercettazioni è evidente che non si tratti di un caso isolato. “L’inchiesta è la punta dell’iceberg di qualcosa di più ampio. Un tessuto occulto di relazioni personali che va dalla politico alla finanza fino all’amministrazione” dice il gip Indinnimeo. Un sistema, quindi, ben organizzato che ha le sue radici nel salernitano ma che potrebbe vedere coinvolti ulteriori soggetti.