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Sono trascorsi cinquantadue anni, ma il ricordo di quei giorni è ancora vivo nella memoria di chi ha continuato a tramandarlo alle generazioni future. Il 9 aprile del 1969 Battipaglia entrò nella storia. I moti del ’69 conquistarono le prime pagine di tutti i quotidiani nazionali. I riflettori dell’intero Stivale erano puntati sulla città capofila della Piana del Sele. Strade e ferrovie bloccate per diversi giorni. E i manifestanti, perlopiù operai, fianco a fianco per protestare contro la chiusura delle fabbriche e della principale azienda agricola industriale del territorio, la Saim.

Fu necessario l’intervento della Polizia direttamente da Roma. Che scese giù a Battipaglia col pugno di ferro. I manifestanti, prima che fosse varata la riforma della Polizia, venivano trattati come un nemico pubblico. Gli agenti, per paura di essere travolti dalle fiamme, premettero i grilletti. E la rivolta culminò nella tragedia. Persero la vita, infatti, il giovanissimo Carmine Citro e l’insegnante Teresa Ricciardi. Il primo era sceso in piazza per unirsi al coro di protesta, nonostante fosse un tipografo. Carmine in piazza ci andò «per i diritti degli altri, per i diritti di tutti». Una scelta che gli costò la vita ad appena 19 anni. La seconda, invece, era affacciata al suo balcone prima che venisse raggiunta da un proiettile.

FOTOGALLERY GENTILMENTE CONCESSA DALL’ASSOCIAZIONE “BATTIPAGLIA 9 APRILE 1969

“Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro” è la didascalia che accompagna una delle foto pubblicate dall’associazione “Battipaglia 9 aprile 1969”, nata da un’idea di Enzo Castaldi (sociologo) e Raffaele ‘Cucco’ Petrone (ex consigliere comunale e regionale), che nel 2019, in occasione del cinquantenario, allestirono una mostra nell’ex scuola “De Amicis” che catturò l’attenzione di Alberto Matassino (direttore generale Rai) e dello storico Giovanni De Luna. Una mostra permanente, con foto inedite, testimonianze di chi quel periodo lo aveva vissuto, interviste e conferenze.

Video – Un estratto del cinegiornale Luce che racconta i moti di Battipaglia

C’è un passato, seppur con un finale tragico, che ha reso Battipaglia protagonista d’Italia. E c’è una storia, quella dei moti del 9 aprile 1969, che bisogna continuare a raccontare, per far sì che, anno dopo anno, anche le nuove generazioni siano a conoscenza di un pezzo di storia della loro città. Viviamo tempi difficili, e per il secondo anno consecutivo la pandemia da Covid-19 ci costringe a ricordare quella rivolta soltanto in maniera virtuale, senza mostre, dibattiti, conferenze e quant’altro. In attesa che l’inferno finisca, e di poter tornare a celebrare, per l’ennesima volta, Carmine e Teresa. Come meriterebbero.