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Un fulmine a ciel sereno: l’arresto di Franco Falcone mina per la prima volta in sei anni l’amministrazione comunale targata Cecilia Francese. Il profilo di uno dei personaggi politici più storici in città.

Una vita spesa all’interno del consiglio comunale: ora gli arresti domiciliari. Ieri mattina, come un fulmine a ciel sereno, la notizia dell’arresto del consigliere di maggioranza Francesco Falcone ha scosso gli ambienti politici battipagliesi. È la prima volta, dopo sei anni consecutivi di amministrazione targata Cecilia Francese, che ci si ritrova a fare i conti con la giustizia. Francesco Falcone varcò le soglie del Palazzo di Città, per la prima volta, quando ancora c’era la lira e non esistevano i social: era il 1997. Falcone entrò in consiglio nella coalizione di maggioranza a sostegno del sindaco Fernando Zara. Da quel momento in poi Falcone non ha abbandonato l’aula. E nemmeno Fernando Zara. Da sempre considerato un fedelissimo del medico battipagliese, ha costruito al suo fianco la sua carriera politica, venendo rieletto nel 1997, sempre in maggioranza, e seguendolo in opposizione nel 2001 e nel 2007 quando alla guida dell’Ente, rispettivamente, c’erano Alfredo Liguori e Gennaro Barlotti. Pure nel 2009, quando trionfò la coalizione di centrosinistra guidata da Giovanni Santomauro, Falcone era tra i trenta componenti del parlamentino cittadino.

E ci riuscì anche sette anni dopo, nella lista “Rivoluzione Cristiana”, promossa da Zara, entrando in maggioranza con la sindaca Cecilia Francese. Fu l’anno della svolta: Falcone ruppe definitivamente il rapporto con Zara, a causa di vedute politiche diverse, e abbracciò in pieno la causa Francese. Divenendo a tutti gli effetti uno dei fedelissimi dell’endocrinologa, tanto da guadagnarsi il posto da presidente del consiglio per tutto il quinquennio. Riuscì, in seguito, in un’altra singolare impresa: nel 2021, durante l’ultima tornata elettorale, fu confermato per la sesta volta consecutiva nonostante avesse contratto il Covid-19 proprio nel momento clou della campagna elettorale: 363 voti nella lista “Con Cecilia”, in linea con il trend delle altre elezioni, e la palma di recordman in città per numero di presenze in assise. Negli ultimi mesi il passaggio a Fratelli d’Italia insieme al collega Pietro Cerullo. Numerose le polemiche, negli anni, che lo hanno visto protagonista. Dalla frase “c’è troppa democrazia”, pronunciata nel 2020, alla reiterazione del concetto di “articolo quinto, chi tiene in mano ha vinto”, fino ai più recenti diverbi con il collega d’opposizione Maurizio Mirra, la cui associazione di riferimento “Civica Mente” fu definita da Falcone “una setta”.