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Fioccano le domande per i buoni spesa alimentari messi a disposizione dal Comune di Battipaglia per combattere l’emergenza Coronavirus. Circa 420mila euro messi a disposizione dal Governo nazionale per sostenere le famiglie più bisognose. Circa 1.300 le domande arrivate negli uffici dell’Ente fino a ieri. Ma percepire un reddito o avere un conto corrente attivo potrebbe influire negativamente.

«Un bando poco chiaro, che potrebbe creare confusione ed escludere chi ha bisogno dei buoni spesa» così lo ha definito Egidio Mirra, consigliere comunale d’opposizione riferendosi in particolare alla parte in cui bisogna dichiarare “se si è in possesso di titoli o depositi bancari/postali con disponibilità”. Vale a dire che un conto corrente attivo, anche con pochi euro, potrebbe influire negativamente sulla concessione del buono. «Non sono stati fissati dei tetti, a differenza di altri Comuni» prosegue Mirra.

La dirigente Anna Pannullo, firmataria del bando assieme alla sindaca Francese e all’assessore Monica Giuliano, chiarisce che questa misura è stata adottata per dare massima priorità a chi non ha alcun reddito: «Il nostro obiettivo è concedere i buoni a cascata, rispettando l’ordine cronologico delle domande, ma dando massima priorità a tutte quelle pratiche a reddito zero». Dunque, essere beneficiari di un reddito, di una pensione, o avere un conto corrente attivo non esclude la persona dalla possibilità di ottenere il buono.

«Abbiamo incaricato i servizi sociali di avvisare tutte le persone prese in carico della possibilità di ottenere il buono – prosegue la Pannullo -. E piuttosto che fare una graduatoria, che avrebbe allungato i tempi ulteriormente, abbiamo preferito concederli a sportello». E sui tempi? «Subito dopo Pasqua, non dico tutti, ma buona parte avrà la possibilità di spendere il buono. Inoltre abbiamo messo in campo una serie di iniziative per agevolare al massimo gli utenti, anche laddove abbiano omesso qualcosa nella domanda».

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Quindi, priorità a chi non a reddito e poi a seguire, se rimarranno fondi disponibili, anche chi ha qualche entrata o un conto attivo. «Da consigliere comunale, però, rimane un dato – precisa Mirra -. Non ho avuto modo né di collaborare né di partecipare a questa decisione, pur avendo espresso perplessità e cercato di sollecitare chi di dovere».

Mirra aveva proposto di utilizzare qualche piattaforma per discutere di come si stava gestendo la vicenda dei buoni spesa e degli aiuti alimentari: «Dal Comune abbiamo ricevuto una mail con una laconica presa d’atto: il Comune non è in condizione di poter svolgere una videochiamata con 25/30 persone. Nonostante ci siano degli obblighi di legge, dall’ufficio informatico mi hanno detto che si sarebbero attivati per acquistare il sistema. Intanto, da quando sono iniziate le restrizioni e le limitazioni, io come consigliere non sono riuscito a svolgere la mia funzione al netto dei solleciti fatti al sindaco e agli assessori».