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Articolo estratto da La Città di Salerno 01/09/2020

Un contenzioso mai risolto. E una società, che risulta ancora tra le partecipate del Comune di Battipaglia, in liquidazione da quasi dieci anni senza mai essere sciolta definitivamente. È la Stu di Battipaglia, nata in seno all’amministrazione guidata da Fernando Zara per acquistare la proprietà dell’ex Tabacchificio e riqualificarlo, e riportata in bonus, originariamente, dall’amministrazione Liguori nel 2005. La delega al progetto, all’epoca dei fatti, fu affidata a Vincenzo Inverso.

Che in quell’area industriale dismessa e fatiscente, al centro della città, s’immaginò il più grande centro direzionale campano dopo quello di Napoli. Al bando ad evidenza pubblica indetto dal Comune di Battipaglia parteciparono aziende da tutt’Europa. E pure i noti costruttori pugliesi Mazzitelli. Ma alla base della costituzione della Stu c’era una convenzione: l’Ente avrebbe dato il bene in concessione d’uso per realizzare il progetto. Successivamente sarebbe stato restituito al Comune che, con i seguiti di competenze, avrebbe rilasciato tutte le autorizzazioni amministrative. L’obiettivo? Redigere un nuovo Pua.

EX TABACCHIFICIO: LA STU IN LIQUIDAZIONE DA DIECI ANNI

E la Stu ci riuscì facendo tutto in house nonostante su una parte dell’area vigesse il vincolo della Sovrintendenza: gli essiccatoi, che avevano una valenza architettonica e storica, non potevano essere toccati. Il progetto, che non prevedeva nemmeno un grammo di residenziale, fu oggetto di scontro con l’architetto Bruno Di Cunzolo, che su quell’area aveva in mente un progetto con Iacp Futura per costruire delle residenze. Ma nei piani della Stu c’era tutt’altro: uffici, attività imprenditoriali, un polo scientifico e tecnologico per la ricerca, auditorium all’aperto, un cinema e la famosa torre di 22 piani che, quando Vincenzo De Luca a Salerno non aveva ancora realizzato lo skyline attuale, avrebbe rappresentato la Battipaglia che, dall’alto, guardava tutta la Piana del Sele. Nel 2006 arrivò il commissario Manzo che azzerò tutto tranne il progetto nel Tabacchificio.

Che la Regione finanziò addirittura con 5 milioni di euro. Ma nel 2009, con l’elezione di Santomauro a Sindaco, la società fu “parcheggiata” esponendo il Comune a un rischio di risarcimento danni (ancora oggi pendente) a causa dell’inadempienza rispetto a ciò che era stato previsto dalla convenzione. Da quel momento in poi, la Stu è stata messa in liquidazione. Senza essere mai sciolta. Sia il liquidatore, Pippo Ragone, che i sindaci che si sono succeduti l’hanno lasciata lì dov’era. «Quando parlano di progetti nell’ex Tabacchificio – dice Inverso – farebbero bene a informarsi. Non c’è da parte del Comune un atto in autotutela per revocare il Pua che fu approvato all’epoca e che è ancora vigente». Un progetto ci sarebbe, ed è il centro studi in accordo con l’università di Salerno proposto nelle settimane scorse. «Quest’amministrazione – prosegue Inverso – non conosce lo stato di fatto e di diritto su cui si trova l’area. I privati sono lì che li attendono al varco. Abbiamo una società in liquidazione da dieci anni e che costa ancora migliaia di euro alle casse comunali». E i rischi? «Un risarcimento di centinaia di milioni di euro – conclude Inverso – ai privati che avevano investito nel progetto».