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Il Tar dà ragione a Palmeco, la società che tratta rifiuti speciali in via Spineta era stata raggiunta da un’ordinanza di stop alle attività nel 2019. Ma i giudici del tribunale amministrativo salernitano hanno bocciato il Comune di Battipaglia.

“Palmeco” può lavorare. Lo hanno stabilito i giudici del Tar Campania, sezione Salerno, con una sentenza emanata nei giorni scorsi. L’azienda che tratta rifiuti speciali nei capannoni di via Spineta era stata raggiunta da un’ordinanza comunale di stop alle attività. Ma secondo il Tar il diktat del Comune era infondato, e adesso l’Ente dovrà pure risarcire l’azienda di rifiuti.

PEC INVIATE ALL’INDIRIZZO SBAGLIATO: LA DIFESA DEL COMUNE NON REGGE

Un’ordinanza che riguardava anche la “Sviluppo e Risorse Ambientali”, proprietaria dell’edificio nel quale “Palmeco” esercitava la sua attività. Gli avvocati difensori, Emilio Paolo Sandelli e Francesco Avagliano, sono riusciti ad avere la meglio grazie alla documentazione fornita ai giudici salernitani, dalla quale si evinceva che il Comune non avrebbe mai partecipato a nessuna delle conferenze di servizio per le quali era stata invitata. La difesa dell’Ente, affidata al legale Carla Concilio, non ha retto: le pec sarebbero state inviate all’indirizzo sbagliato, secondo l’avvocatessa. Ma dalle carte fornite dagli avvocati di “Palmeco” è emerso che gli indirizzi fossero corretti.

Assenze pesanti, prima su tutte quella del 2015 quando la “Palmeco” chiese una valutazione d’impatto ambientale per la modifica dell’impianto di trattamento rifiuti. E dopo che l’azienda ottenne il benestare della Regione Campania, il 21 dicembre 2016 fu indetta una conferenza dei servizi alla quale il Comune, ovviamente, non partecipò. Un silenzio assenso che i giudici del Tar hanno ritenuto decisivo ai fini della sentenza. La Regione Campania, dunque, autorizzò la modifica dell’impianto e l’installazione delle tettoie metalliche. Tre anni dopo, forse in colpevole ritardo, il Comune contestò quegli interventi perché sarebbero andate in contrasto con le norme attuative del vigente piano regolatore. Ma l’autorizzazione ottenuta da “Palmeco”, secondo l’articolo 208, va in deroga persino ai piani regolatori.

Adesso il conto da pagare è alto: oltre alle spese legali, la società “Palmeco” è pronta a chiedere un risarcimento danni milionario perché lo stop alle attività ha di fatti impedito le vendite all’azienda. Adesso il Comune trema.