Tempo di lettura: 3 minuti

Durante l’ultimo consiglio degli studenti il capogruppo di Link Fisciano, Dario Cafasso, aveva richiesto di votare per le dimissioni di Aurelio Tommasetti da Rettore, alla luce della sua recente candidatura con la Lega di Salvini alle prossime elezioni europee. La seduta, però, è stata sciolta impedendo di fatto la votazione.

“Un epilogo vergognoso del consiglio degli studenti che scrive una delle pagine peggiori di questo mandato consiliare” sono queste le parole di amarezza comparse sulla pagina Facebook del gruppo consiliare “Link Fisciano – Studenti Indipendenti”. Il collettivo, tramite il capogruppo Dario Cafasso, aveva posto all’attenzione del Consiglio (riunitosi il 29 aprile in seduta straordinaria) una richiesta di presa di posizione tramite una votazione per chiedere le dimissioni da Rettore dell’ateneo di Salerno, da parte di Aurelio Tommasetti.

Quest’ultimo, infatti, ha di recente annunciato la sua candidatura ufficiale con la Lega di Matteo Salvini per le prossime elezioni europee. La proposta prevedeva un confronto pubblico con il Rettore per discutere sia della sua candidatura che delle opportunità derivanti per l’Unisa.

Dopo ore di discussione il Presidente del consiglio degli studenti, Jacopo Restaino, afferente all’associazione ASG UniSa, ha sciolto la seduta impedendo la votazione democratica alla nostra proposta” dice Dario Cafasso. “Sarebbe bastato procedere al voto ed esprimersi contrariamente alle dimissioni, ma evidentemente sarebbe stato sconveniente – prosegue Cafasso – portare queste posizioni e giustificarsi dinanzi ad una componente studentesca indignata. Un atto vile, un abuso di potere senza se e senza ma, che ci consegna la fotografia di una governance che contribuisce alle strumentalizzazioni di un luogo pubblico di cultura e formazione“.

Quasi tre ore di discussioni senza trovare, però, un accordo. “Abbiamo cercato di essere oggettivi nell’interrogazione, sottolineando che la candidatura è avvenuta senza consultare gli studenti. La nostra proposta doveva essere votata con un emendamento, senza specifici riferimenti alla Lega, ma mettendo in evidenza che la candidatura era inaccettabile a prescindere dal partito. La seduta è stata sciolta senza votare, e il presidente non ha chiamato – come da prassi – il punto “varie ed eventuali”“. conclude Cafasso.

Non è dello stesso avviso il presidente del consiglio degli studenti, Restaino che ribatte: “Nella richiesta avanzata dal gruppo consiliare Link si chiedeva di attenzionare il Consiglio tutto circa la possibilità di esprimere un parere riguardante le immediate dimissioni del Magnifico Rettore. Nell’altra richiesta, pervenutami da una maggioranza di consiglieri degli studenti, si chiedeva la creazione di uno spazio di riflessione indispensabile, cercando di far emergere la reale necessità di un confronto pubblico con il Magnifico circa la vicenda di cui si sta discorrendo, sottolineando ed enfatizzando la volontà di svincolare la suddetta riflessione da qualsivoglia pregiudizio partitico o politico evitando altresì di argomentare ulteriormente questioni di carattere personale o comunque di parte“.

Restaino ribadisce che si è proceduto alla discussione delle due richieste: “Ogni consigliere ha avuto la possibilità di esprimersi ed esternare il proprio punto di vista, ho accolto favorevolmente anche pareri di studenti presenti al consesso, dopo tre ore dall’inizio della seduta e dopo aver affrontato ogni aspetto della vicenda, con mio immenso rammarico debbo ammettere che la discussione non poteva concludersi riuscendo a trovare un parere unanime che potesse essere in linea con quanto espresso durante la discussione“.

E sulle polemiche, prova a glissare: “Credo che nel mio piccolo debba anch’io essere garante dell’organo che ho l’onore di presiedere e da Presidente del Consiglio degli Studenti, non presto orecchio a cose che lei (la domanda del giornalista, ndr) ha giustamente definito “polemiche”, aggiungerei peraltro sterili. Ho dato la possibilità ad ogni Consigliere di sottoscrivere il parere più in linea con la propria visione della vicenda, senza minimamente considerare l’opinione maggioritaria pronta ad una richiesta di chiarimenti pubblica del Magnifico, per poi procedere qualora non ci fossero delle risposte esaustive e chiarificatrici alla disamina della questione utilizzando tipologie di dialogo molto più incisive. Ho garantito il mio impegno ad inoltrare ambedue i pareri al Magnifico Rettore per rispettare la democraticità del consesso e la massima rappresentatività del gruppo esternando nel modo più corretto possibile quanto espresso in sede di Consiglio. Subito dopo ho sciolto la seduta“.