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di Antonio Vacca

Nuova esercenza cittadina in area Strada Statale 18, per meglio dire rinasce una ‘griffe’ precedente, l’Hotel Commercio, in versione dal taglio contemporaneo, Quattro Stelle, in un posto strategico per la viabilità verso il Cilento e non solo. Fin qui l’albergazione, che si affianca alla precedente offerta cittadina non straripante, e però nell’auspicio pure che Battipaglia riacquisti una centralità topografica, in parte persa dal punto di vista ferroviario. Ma ciò che caratterizza il neonato ‘indirizzo’ della Tirrena Inferiore è aver riproposto (come già nella prima versione, della famiglia Santese) un ristorante autonomo;

Le Radici, con il “claim” notato in giro dell’Osteria Braceria, è un locale dall’ingresso ‘a latere’ che non rinuncia al tono da salottino alberghiero, poltroncine, apparecchiatura classicheggiante, dominante ‘beige‘, atmosfera rilassante (supporto pianistico il venerdì sera) ed annota, di contro, i ‘relais’ dell’attualità: Cucina a vista e due Banchi appariscenti; quello ittico con ‘Frutti'(Ostriche nel cesto), Crostacei lussureggianti (qualche Astice si muove), Pesci di taglia, mentre il filare di Carni si fa guardare e leggere: in Lista Chianina, Pezzata Rossa e via dicendo, si sconfina in Polonia, c’è l’Angus Top, la Manzetta, i Tagli di grido: non manca il modaiolo Tomahawk. Prezzi, a peso.

I primi piatti hanno la Genovese, il Risotto ai Gamberi Rossi, Tagliolini (manco a dirlo, all’Astice), Paccheri, Tubetti e quant’altro, seguono vari destini d’intingolo. Gli Antipasti occhieggiano al Tiepido ‘di mare’, ma c’è un Tagliere che punta su formaggi bufalini e salumi con una certa territorialità. Fra i secondi ‘di pesce’, Orata e dintorni, Frittura, scelte misurate senza inclinazioni creative. Pasticceria propria che anticipa con l’offerta “secca” e prosegue con Babà, Savarin, Tiramisù; composta Carta Distillati, parecchi Rhum (con il meritorio assortimento di prezzi ed affinamenti), whisky, diverse Grappe, Armagnac e Cognac. Fra i tavoli coordina Patron Adinolfi, accorsato imprenditore agricolo di Pontecagnano che ha creato l’impresa; resa leggera ed assistita da una brigata di camerieri giovanile quanto basta, numerosa al punto giusto: comande e richieste non si fanno attendere (dobbiamo solo, come spesso, lottare un po’ per tenerci i Menù in rilettura).

Arrivano, solo un esempio, spontaneamente vivaddio, le comuni salviettine detergenti che troppe volte son divenute una richiesta accolta con perplessità. Buon set vinicolo (ci dicono in allestimento, ci mancherebbe! Le Radici sono… giovani, primo mese di vita) d’intonazione nazionale, prevedibile suddivisione per Regioni, ma la meritoria nota (a noi graditissima) di ben cinque Rosati, anche se troppo ravvicinati geograficamente. Su questa enologica ‘tinta’ prediletta torneremo presto, resocontando Vitigno Italia, kermesse enoica che oggi apre i battenti -e fino a martedì- nel napoletano Castel dell’Ovo. Anche lì, come dire, questione di… Radici.

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