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Stop ai miasmi dal sito di Compostaggio. Una vicenda finita nelle aule del tribunale di Salerno circa tre anni fa. E che è giunta all’epilogo nella giornata di ieri. Il giudice Francesca Sicilia ha dichiarato conclusa la contesa.

Il giudice Francesca Sicilia, del tribunale di Salerno, mette fine alla vicenda miasmi. Mai più cattivi odori dal sito di Compostaggio, l’impianto che trasforma la frazione umida dei rifiuti solidi urbani sul territorio ebolitano. Rea, secondo cittadini, ambientalisti, associazione e politici, di essere la principale causa dei miasmi sul territorio battipagliese che da anni infestano la città.

Cala il sipario, dopo circa tre anni di udienze in tribunale, su una vicenda che è stato terreno di scontro per diverso tempo tra l’ex sindaco di Eboli, Massimo Cariello, e la sindaca di Battipaglia Cecilia Francese. «Il motivo del contendere è cessato», racconta in esclusiva il quotidiano “La Città di Salerno” questa mattina, secondo il giudice Sicilia. Il capannone del sito di Compostaggio, infatti, è stato dotato di una copertura impermeabile che ha ridotto notevolmente le emissioni di cattivi odori. Da quando ad Eboli è arrivato il commissario Antonio De Iesu il problema dei miasmi s’è ridotto notevolmente, anche e soprattutto a seguito dei controlli serrati messi in atto. Che evidentemente hanno costretto la “Ladurner”, la società che gestisce l’impianto ebolitano, a correre ai ripari installando una copertura per arginare il fenomeno degli olezzi.

Legambiente e il Comune di Battipaglia, che s’erano costituiti in giudizio, al fianco del privato cittadino che aveva presentato il ricorso contro i miasmi provenienti dal sito di compostaggio, hanno rinunciato a produrre la perizia di parte. L’associazione gialloverde, però, a seguito del blitz eseguito dai carabinieri del Noe nell’impianto, ha richiesto di accedere agli atti dell’ispezione per capire se realmente, fino a qualche mese fa, la Ladurner non utilizzava tutte le procedure necessarie. Il giudice ha respinto la richiesta, e il timore rimane, per adesso, solamente uno: che la ditta di Bolzano abbia preso le precauzioni, provvisoriamente, in vista della perizia tecnica di parte che il giudice aveva concesso. Legambiente e il Comune, nel processo penale, si costituiranno parte civile. In quel caso, la richieste potrebbe essere accolta.