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Gerardo Melchionda non è più. Ex presidente del Consiglio Comunale con Fernando Zara, e storico rappresentante del Partito Repubblicano.

Battipaglia piange il suo “Professore”. Lo chiamavano tutti così, in città, Gerardo Melchionda. Passato a miglior vita mercoledì scorso, dopo aver combattuto a lungo contro un brutto male. «Parlavamo la stessa lingua, come capita spesso con chi proviene dalla prima Repubblica» ricorda Valerio Longo, oggi consigliere comunale d’opposizione in quota Forza Italia, e nel 1994, quando Fernando Zara divenne il primo sindaco eletto direttamente a Battipaglia, candidato insieme a Melchionda nella lista di Alleanza Nazionale. Risultò tra i più votati, Melchionda, tanto da guadagnarsi la carica di presidente del Consiglio Comunale.

FU PRESIDENTE DEL CONSIGLIO CON FERNANDO ZARA

Nel 1995, al Centro Sociale di Battipaglia, fu proclamato presidente del parlamentino tra gli scroscianti applausi dei suoi colleghi. Una vita intera tra i Repubblicani, il partito che lo introdusse al mondo della politica e anche al distretto sanitario, quando per diversi anni fece parte del comitato di gestione dell’Asl salernitana. Nel 1997 ci riprovò, sempre in compagnia di Valerio Longo, questa a volta a sostegno di Matteo Messina. Non entrarono nel civico consesso per un pugno di voti. Si riaffacciò alla politica nel 2002, contribuendo all’elezione di Alfredo Liguori come sindaco di Battipaglia, pur non partecipando in prima persona alla campagna elettorale.

«Era un uomo d’altri tempi – ricorda Fernando Zara -. Era una persona molto equilibrata, ed un gran signore nel modo di porsi. Mi ha accompagnato nella mia prima esperienza da sindaco dal 1994 al 1997. Siamo diventati grandi amici, e ho scoperto il suo valore umano e personale». Ieri pomeriggio, alle 15.45, da via Colombo è partito il carro funebre diretto alla chiesa di “San Gregorio VII” nel quartiere Sant’Anna, per dare l’ultimo saluto al “Professore”. «Ricordo come se fosse ieri il vostro incedere elegante, signorile, da persona di altri tempi; la schiena leggermente curvata, com’è degno degli uomini di grande saggezza; sempre in giacca e cravatta, possibilmente approfittando di colori chiari, in particolare in primavera e d’estate. Davanti a una squallida colata di cemento, foste tra i pochi a dire no motivando il vostro rifiuto» ricorda Gianluca Barile, all’epoca giovane cronista locale, e grande amico di Melchionda. La città di Battipaglia piange un simbolo della storia politica cittadina, e una persona dalla grande umanità.