Sangue al “Ferrari”, continuano le indagini. Gli studenti: «La violenza non è la soluzione»

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Enzo Ferrari
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Proseguono le indagini al “Ferrari” dopo la violenta lite tra due minori dello scorso mercoledì. I due ragazzi coinvolti si accusano a vicenda, mentre gli studenti condannano il gesto: «Si poteva evitare. La violenza non è mai la soluzione»

Nel primo pomeriggio di mercoledì una furiosa lite tra due studenti dell’istituto “Enzo Ferrari” di Battipaglia, entrambi al secondo anno, ha gettato nel caos la comunità. Coinvolti un 17enne ebolitano e un 16enne battipagliese, ma originario della Romania. Il primo, nella colluttazione avvenuta fuori al cancello della scuola, ha sferrato varie coltellate al secondo, finito in ospedale, al “Santa Maria della Speranza” di Battipaglia, e attualmente ricoverato nel reparto di Chirurgia generale, dopo esser stato sottoposto a un intervento chirurgico per sututare le ferite.

I due minori non sono stati ancora ascoltati dai pm, ma non esitano ad accusarsi a vicenda. Prende sempre più piede l’ipotesi che tra i due non scorresse buon sangue già tempo prima di mercoledì, giorno in cui è accaduta la violenta lite. Inoltre, dopo aver ritrovato il coltello, gettato in un vicino tombino, s’indaga sulla presenza di una possibile seconda arma utilizzata nello scontro: un tirapugni.

Ancora sconvolti gli studenti del “Ferrari”, che all’uscita da scuola non risparmiano delle considerazioni su ciò che è avvenuto: «Una mia amica ha assistito alla scena ed è rimasta scandalizzata. Una cattiveria assurda», dice Claudia. «Il 16enne ferito è un mio amico, ho provato a mettermi in contatto con lui ma non ci sono ancora riuscito», spiega invece Alex.

Tutti gli studenti del “Ferrari” condannano la violenza del gesto. Alcuni, come Enrica, incolpano le nuove generazioni allo sbando, altri invece, come Anna, chiedono che vengano prese dei provvedimenti seri: «Oggi una coltellata, e domani?». «Si poteva evitare. La violenza non è la soluzione», afferma invece la giovane Angela, che non riesce a credere come sia stato possibile arrivare a introdurre un coltello a scuola: «È presumibile che l’alterco tra i due andasse avanti da più tempo».

Non tutti i giovani erano presenti sul luogo della rissa, alcuni erano già sugli autobus per fare ritorno alle proprie case, ma le immagini di odio e violenza hanno subito preso piede nelle chat, raggelando il sangue degli studenti che vogliono, adesso, gettarsi alle spalle l’odio e la violenza a cui, a sedici anni, è difficile trovare una spiegazione.

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