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La famiglia di Claudio Mandia accusa il college americano “EF Academy”: «Trattamenti inimmaginabili». Spunta l’ipotesi del suicidio dopo le minacce di espulsione dall’istituto per un compito andato male.

«Claudio è stato sottoposto a un trattamento inimmaginabile da parte dell’amministrazione (del college, ndr)». È il grido di disperazione contenuto nelle parole che Mauro Mandia ed Elisabetta Benesatto, che a Battipaglia conducono da anni un’impresa di export famosa in tutto il mondo, hanno affidato ai legali statunitensi capitanati dall’avvocato George Bochetto, pezzo da novanta del mondo giurisprudenziale d’Oltreoceano, tre giorni dopo la tragica scomparsa di Claudio Mandia, 17enne battipagliese trasferitosi a New York un anno e mezzo fa per studiare lingue nella prestigiosa “Ef Academy”, il college americano che ospita 450 ragazzi provenienti da 75 paesi diversi, morto in condizioni misteriose il 18 febbraio.

LA NOTA DEI GENITORI: INTRAPRENDEREMO TUTTE LE AZIONI APPROPRIATE

EF ACADEMY NEW YORK
LA “EF Academy” di New York, il college americano dove Claudio studiava

«La famiglia è sconvolta e distrutta per la morte del figlio. Claudio era un giovane allegro e intelligente: studiava in America alla “Ef Academy” nella contea di West Chester. È stato sottoposto a un trattamento inimmaginabile dall’amministrazione. È in corso un’indagine completa e saranno intraprese tutte le azioni appropriate». Dal Nuovo continente non trapela nulla di più. Dopo l’autopsia, sulla vicenda c’è ancora il massimo riserbo. L’ipotesi dell’omicidio è stata esclusa, così come quella di un malore improvviso nel sonno, inizialmente diffusa dai familiari. Resta in piedi la pista del suicidio che, allo stato attuale, sembrerebbe la più accreditata. Un compito andato male, le accuse da parte dell’amministrazione, all’indirizzo di Claudio, di averlo copiato, e la “pena”: isolamento in stanza per 3 giorni in attesa dei genitori. Poi, forse, l’estremo gesto per la paura di essere espulso dal college. Esclusa la pista del macabro gioco – finito male – con i “colleghi” del college, con i quali avrebbe passato la serata anticipando i festeggiamenti del compleanno. Sì, perché Claudio, che amava la vita e lo sport (era tifosissimo dell’Inter) avrebbe raggiunto la maggiore età proprio il giorno dopo. E i genitori erano volati negli States per festeggiarlo insieme a lui alla “Ribalta” di New York, ristorante italoamericano. Restano i palloncini bianchi, con dediche e messaggi, che si sono librati nel cielo per l’ultimo saluto tributato dagli studenti della “Ef Academy” di Tarrytown.

TUTTO PRONTO PER IL RIENTRO DELLA SALMA DI CLAUDIO MANDIA, MANIFESTAZIONI DI CORDOGLIO DAL LICEO DOVE STUDIAVA FINO AL SINDACO DI EBOLI

Manifestazioni di cordoglio dal liceo scientifico "Enrico Medi" di Battipaglia, dove Claudio studiava
Manifestazioni di cordoglio dal liceo scientifico “Enrico Medi” di Battipaglia, dove Claudio studiava

Intanto, nella notte tra sabato e domenica, il Consolato ha inviato una Pec al Comune di Battipaglia invitando gli uffici a predisporre tutti gli atti necessari per il rientro della salma. Detto fatto, parola della sindaca Cecilia Francese che ha assicurato: «È tutto pronto: Farnesina, prefetto e Consolato hanno ricevuto i documenti necessari. La salma può rientrare per celebrare i funerali». Sulle pareti della città un messaggio dei docenti e degli studenti del liceo “Medi”, diretto dalla preside Roberta Talamo, che Claudio aveva frequentato per i primi tre anni delle superiori: «Come un rapace strappa la preda e la invola verso il cielo, l’ala gelida della morte ti ha ghermito e sollevato verso l’altezza che mai uomo poté descrivere. Eppure da quelle indicibili lontananze ti sentiamo più vicino che mai, come una parte di noi». Le manifestazioni di cordoglio non si fermano. Da Eboli, dove vivono i Mandia, il sindaco Mario Conte parla di «tragedia immane dinanzi alla quale tutta la comunità è incredula». E Marina Marino, sua compagna ai tempi del liceo “Medi”, lo ha ricordato così sui social: «Prima di partire lasciasti il ricordo dei tuoi occhi. Oggi sembrava che ci guardassero. Certi incontri sono miracoli, e io so che si ripeteranno».

LA TESTIMONIANZA DI UN’EX STUDENTESSA DELLA “EF ACADEMY”

«Dodici anni dopo alla EF Academy non è cambiato niente» è l’affondo, glaciale, lanciato da Francesca D’Ugo, originaria di Milano, e ostetrica presso la fondazione “Guy’s and St Thomas di Londra. Oggi è una giovane madre che vive e lavora a Londra. Ma in passato, nel 2010, anche lei frequentò la stessa accademia di Claudio Mandia, il giovane 17enne scomparso in circostanze misteriose nel college di New York. «Ho saputo della tragedia e ho provato grande sconforto, ma non mi sorprende. La mia esperienza e il mio ricordo presso quell’accademia sono tutt’altro che felici». La 30enne milanese partì nel 2010 insieme quando era ancora minorenne. «Andammo per una vacanza studio presso la sede distaccata della EF Academy a Londra. Quell’esperienza fu un disastro: zero controlli e scarsa organizzazione. Nessuno ci chiedeva cosa facessimo. Potevamo anche non frequentare, non se ne sarebbero accorti. Pagammo una quota in più per ottenere un alloggio in centro chiedendo di essere le uniche due nella casa famiglia che ci avrebbe ospitato: ci spedirono fuori Londra presso una casa con 10 stanze piene di studenti».

Dall’accademia sordi anche alle proteste: «Non avevamo punti di riferimento con cui parlare – racconta -. Le lamentele erano affidate ai nostri genitori da remoto». E sui trattamenti inimmaginabili denunciati dalla famiglia chiosa: «Le ipotesi sono due: o è stato completamente abbandonato e ha avuto problemi con i colleghi senza ricevere supporto, oppure ha ricevuto pressione per ottenere voti alti necessari a passare gli esami ed entrare nei college americani destinati alle persone più grandi e a chi supera brillantemente i corsi».