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I battipagliesi Main Street, dopo otto anni dall’ultimo disco, tornano con il nuovo singolo, “Fiori di Monet

Dalla tradizione delle boy band anni ’00 alla malinconia parigina di questa nuova traccia

A distanza di circa otto anni dalla loro ultima release, l’album indipendente “Lontano”, il gruppo battipagliese dei Main Street, composto da Tito (Tito Mele, voce), Ryco (Alberico Abate, voce) ed Arrey Black (Simone Barone, producer), ha rilasciato negli scorsi giorni un nuovissimo singolo, “Fiori di Monet“, che anticipa anche l’uscita del secondo album, prevista per la fine del 2021 in collaborazione con la discografica 45 Giri Records.

Il brano fonde le sonorità tipiche provenienti dagli States con la melodia fresca e contemporanea, tipica della nuova scena pop italiana. In questo nuovo singolo c’è tutta la suggestiva malinconia di Parigi, e in questo ad ispirare i tre ragazzi sono stati gli artisti Roberto Vecchioni ed Enzo Carella, e una storia d’amore vissuta a distanza che cerca in tutti i modi di annullare la lontananza.

Il gruppo battipagliese punta a portare la propria proposta a più fruitori possibile, con una ricetta che s’ispira alla tradizione delle boy band che nei primi anni 2000 hanno conquistato radio e classifiche. Tra i riferimenti musicali dei Main Street vi sono infatti formazioni ben note come i Backstreet Boys, *NSYNC e i Jonas Brother.

«Volevamo portare qualcosa di originale nel panorama Pop italiano, mescolando le nostre influenze musicali e creando uno stile facilmente riconoscibile e fruibile da tutti. Con “Fiori di Monet” ci tenevamo anche a parlare di distanze», affermano i Main Street presentando questa nuova traccia.

I battipagliesi inoltre aggiungono: «In un mondo così frammentato come quello in cui viviamo oggi gli amori e le amicizie diventano lontani, divari da colmare davanti ai quali la nostra generazione si sente quasi impotente. Lo abbiamo fatto con spensieratezza, ma con la speranza che questo incubo possa passare al più presto. Siamo sicuri che molti possano rivedere la propria storia in questo racconto, o almeno viaggiare con la fantasia lì dove vorrebbero essere. Parigi è una metafora».