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Al Comune di Battipaglia il freddo si combatte con le stufe a carbonio: dipendenti al gelo, dagli uffici ok per l’acquisto.

A Palazzo di Città il freddo si combatte con le stufe a carbonio. Temperature glaciali negli uffici di piazza Aldo Moro, e il Comune acquista 20 stufe dalla ferramenta “Giovanni Morena” di via Garibaldi. Nei giorni scorsi, a causa del drastico calo delle temperature verificatosi in tutte le città d’Italia, sulla scrivania dell’ingegnere Carmine Salerno, numero uno dell’Ufficio Tecnico dell’Ente, sono pervenute numerose richieste da parte dei dipendenti comunali con le quali si manifestava la necessità di un adeguamento microclimatico dell’ambiente per combattere il freddo. E così, il Comune di Battipaglia s’è rivolto direttamente alla ditta di Morena per acquistare 20 stufe a carbonio per un prezzo, totale, di circa 1.000 euro. Problemi col caldo, in estate. Problemi col freddo, in inverno.

Una vicenda che, ancora una volta, accende i riflettori sulla matassa dell’impianto di trigenerazione. Il macchinario, costato oltre un milione di euro e mai entrato in funzione, è fermo al palo da nove anni. Fu realizzato nel lontano 2013 dalla “Guida Impianti”, la ditta che all’epoca s’aggiudicò l’appalto per 5 milioni di euro, senza mai essere completato a causa della bufera giudiziaria che si abbatté sull’ex sindaco Giovanni Santomauro e che coinvolse pure la srl dei paesi vesuviani. Quell’impianto che, sfruttando i vapori delle acque reflue prodotte per generare energia, avrebbe dovuto climatizzare tutta la casa comunale è rimasto incompleto dal 2013 nonostante alcuni tentativi della triade commissariale di metterlo in funzione.

Eppure, ancora oggi, a distanza di nove anni, d’inverno mancano i riscaldamenti, e sia d’estate che d’inverno le stanze non sono climatizzate, costringendo tutto il personale a lavorare patendo il forte caldo o, come nel caso recente, il freddo glaciale. Nel 2017, il trigeneratore mai attivo costò anche un esposto alla Procura da parte del comitato civico ambientalista guidato da Cosimo Panico. Che pose l’accento sulla delibera approvata dalla giunta Santomauro per una perizia di variante che fece lievitare i costi di 1,2 milioni di euro. Negli anni a seguire, disagi e polemiche non si sono placati. Diversi consiglieri comunali, negli anni, hanno chiesto di rimetterlo in funzione, ma la vicenda è finita nel dimenticatoio. Con la casa comunale costretta alla serrata per diverse estati e adesso corsa ai ripari per garantire un microclima adeguato al freddo.