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Quattro mesi non son bastati a distribuire tutti i 420mila euro destinati alle famiglie indigenti. Ora il Comune prova a mettere una pezza sulla gestione dei buoni spesa per combattere l’emergenza Covid-19: saranno distribuiti pacchi alimentari nell’ex scuola “De Amicis”.

Buoni spesa. I 420mila euro, stanziati dal governo per combattere la crisi causata dal Covid-19, erano arrivati nelle casse del Comune di Battipaglia quattro mesi fa. Il 3 aprile scorso, infatti, a Palazzo di Città, in piena emergenza da Coronavirus, fu indetto il bando per individuare le famiglie bisognose che, con quei soldi, avrebbero ricevuto generi alimentari gratuitamente presso le attività aderenti. Non sono bastati, evidentemente. Centoventi giorni dopo, il 15% della somma totale è ancora nelle casse dell’Ente. Forse adesso è un po’ tardi per aiutare le famiglie sotto la soglia di povertà stabilita.

E allora il Comune s’inventa la soluzione: proseguire l’iniziativa “Spesa solidale” che, il 26 marzo scorso, grazie all’aiuto dei volontari, fornì tante famiglie battipagliesi di generi alimentari d’ogni tipo. L’importo residuo, corrispondente alla cifra di 67.157 euro, servirà ad acquistare i beni di prima necessità da destinare alle famiglie in difficoltà economica, attraverso la collaborazione della Protezione Civile e del centro operativo comunale. Una gestione dei buoni spesa molto discussa.

PACCHI ALIMENTARI NELLA SCUOLA “DE AMICIS”

La polemica arrivò nell’aula consiliare quando, durante uno dei primi consigli comunali post-Covid, Egidio Mirra lanciò l’allarme. “Un bando poco chiaro” lo definì, poiché non furono fissati dei tetti, a differenza degli altri comuni, e con dei paletti che rischiavano di escludere nuclei familiari comunque in difficoltà. Lungaggini burocratiche, e problemi nel compilare la domanda, che hanno indotto alcune famiglie a rinunciare alla possibilità di ottenere il bonus. E a nulla è valso riaprire i termini per l’integrazione delle domande fino a maggio. I 67mila euro, che avrebbero garantito un pasto in più alle famiglie indigenti, sono fermi nelle casse comunali in attesa di essere finalmente distribuiti. E sui criteri di selezione? «Non capisco con quale criterio verranno distribuiti gli alimenti, mi auguro che i servizi sociali vengano coinvolti avendo tutti gli elementi per fare bene. E che non si proponga un metodo discutibile come quello visto con la distribuzione delle offerte alimentari fatta in passato» ha detto Mirra.