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È cominciato mercoledì 2 dicembre il processo per il crac della Multiservizi spa, la società partecipata del Comune di Eboli fallita nel 2015. E nelle aule del tribunale di Salerno sono comparsi i “big” della politica: l’ex sindaco Facente Funzioni Luca Sgroia e il primo cittadino di quell’amministrazione Martino Melchionda.

Cifre da capogiro, quelle che la Corte dei Conti ha reso note per il fallimento della Multiservizi spa, la società partecipata del Comune di Eboli che, nel periodo in cui era sindaco Martino Melchionda, avrebbe commesso diversi illeciti. Un danno erariale da 600mila euro, per il quale adesso sono stati citati in giudizio diversi esponenti di quell’amministrazione, dipendenti comunali e dirigenti. Ventuno indagati, tra i quali l’ex primo cittadino, l’avvocato Melchionda, e Luca Sgroia, all’epoca presidente del consiglio comunale, ed ex sindaco Facente Funzioni nei due mesi successivi all’arresto di Massimo Cariello.

CRAC MULTISERVIZI SPA: I FATTI

I fatti risalgono al 2010, precisamente. «Un disastro contabile e finanziario, figlio di riprovevole ed inescusabile superficialità» così la definisce Raffaele Maienza, sostituto procuratore generale della Corte dei Conti in Campania. Il processo è iniziato lo scorso 2 dicembre, all’indomani dell’insediamento di Antonio De Jesu, commissario prefettizio anti-camorra spedito ad Eboli dopo il terremoto giudiziario, e le conseguenti dimissioni, che hanno riguardato l’ex primo cittadino Massimo Cariello. Altri “big” della politica sono stati citati in giudizio: Emilio Masala, ex assessore con Cariello nel 2015, Domenico Gilormini, segretario comunale con Melchionda, Paolo Polito, segretario cittadino di Forza Italia.

La società in house del Comune di Eboli fu tenuta in vita per lungo tempo grazie a degli artifizi di bilancio, occultando i conti in rosso. Un “buco” da 600mila euro che, secondo quanto emerse dalle prime indagini dei magistrati, avveniva tramite il «continuo ricorso all’affidamento a terzi dei lavori, senza procedure di evidenza pubblica né autorizzazioni del Comune». Un modus operandi che ha compromesso la situazione patrimoniale della Multiservizi portandola al fallimento. Ancora una volta, la politica ebolitana trema.