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Nemmeno Cosimo Brenga ce l’ha fatta. Il veterinario ebolitano ha ottenuto 14 voti per la presidenza del consiglio ma non sono bastati. Fumata nera anche nella seconda seduta d’assise, e capitolo presidenza del parlamentino rimandato a dicembre. Si tornerà in aula il 3 dicembre, infatti, per cercare per la terza volta consecutiva di trovare la quadra sulla presidenza del consiglio.

Ed esplode anche la polemica sulle quote “rosa”. Poche le poltrone importanti nella maggioranza di governo riconosciute alle donne: La Brocca, Masiello e Palma, imposte dalla legge. Ma le deleghe pesanti sono in capo agli uomini: il sindaco Mario Conte con i collaboratori più stretti, gli assessori Marisei, Consalvo e Corsetto. E la “polemica” è stata sollevata proprio dai componenti della maggioranza. Lucilla Polito (Città del Sele) ha ricordato che nella vicina Battipaglia sindaco e vicesindaco sono donna.

Damiano Cardiello, dai banchi dell’opposizione, ha tuonato: «è mancata la volontà politica di nominare una donna alla presidenza del consiglio. Il 25 novembre dovremmo celebrarlo tutti i giorni, rispettando le donne. Aspettavamo una vostra convocazione per il presidente del consiglio comunale. Avete cambiato solo cognome, da Naponiello a Brenga. A parte il manuale Cencelli, non c’è un motivo su come spiegare la vostra scelta».

Il sindaco Conte invece ha replicato: «quello di stasera è uno scenario rituale. L’opposizione attacca per il mancato coinvolgimento. È sempre successo anche in passato. Sette giorni fa ci siamo confrontati, ma la rosa dei nomi non c’è stata. Abbiamo scelto Brenga, nome autorevole. Polito era stata individuata come assessore. Abbiamo altri argomenti da affrontare nelle prossime sedute».