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È un pomeriggio di luglio, caldo ma non troppo, e Gaetano D’Alessandro siede sulla propria sedia, mentre un fotografo e un videomaker riprendono i tratti del suo viso, scolpiti dal tempo. È un momento speciale. Oggi, martedì 28 luglio, compie 100 anni, un traguardo importante, sicuramente non da tutti, che riempie il cuore, dopo mesi in cui a riempire i giornali e le tv sono state le drammatiche immagini di morte causate dall’epidemia di Covid-19.

Intorno a nonno Gaetano ci sono tutti i suoi affetti più cari. Ci sono i figli, Franco e Antonio, con loro anche i nipoti, Gaetano, Gianfranco, Davide, tutti e tre figli di Franco, oltre a Gaetano, Marla e Giusy, figli invece di Antonio. Corre da un capo all’altro invece Francesco, il più piccolo della famiglia, pronipote di Gaetano, nato dall’amore di Davide e Iole. La chiacchierata inizia, ma non prima di aver intonato qualche canzone per i presenti, tra cui “Parlami d’amore Mariù” di Vittorio De Sica.

Nonno Gaetano: il racconto

«La prima guerra della mia vita l’ho vissuta da bambino», spiega, ricordando come, ad appena dieci anni, a Piaggine, comune di nascita, fu costretto a trascorrere le sue giornate nei pascoli, per aiutare la sua famiglia nei piccolo-grandi lavori. Un periodo, ricorda Gaetano D’Alessandro, duro. Come può un bambino di quella età, con un corpo esile come il suo, affrontare lavori tanto stancanti? Eppure, come la storia insegna, per scappare dalle terribili fauci della miseria, ogni lavoro è necessario e da svolgere.

Nonno Gaetano si è lasciato andare ad un racconto della propria vita. Di tanto in tanto spezzato da quegli stessi ricordi che, a causa del tempo, hanno lentamente abbandonato la sua memoria. Ha parlato della guerra, di quanto fosse brutta, quando a diciotto anni è stato convocato, ed è stato lontano da casa per sette anni. Sette, lunghissimi anni, dove nel mezzo ha sfiorato la morte.

Gaetano D'AlessandroL’uomo era stato reso prigioniero prima in Albania, descritto come il periodo più duro: insieme ai suoi compagni era stato ridotto alla fame. Si stava per arrivare addirittura al punto di sacrificare uno di loro per poter sfamare gli altri. Ciò non accadde: uno dei muli presenti per trasportare la merce, morì, e il gruppo poté saziarsi con le sue carni, continuando così a sperare in una liberazione. Venne poi trasportato in Inghilterra, anche lì da prigioniero. Nella terra inglese però, venne reclutato da una facoltosa famiglia del posto come tutto fare in una fattoria.

Quando tornò, i suoi cari ebbero non poche difficoltà a riconoscerlo. Il suo corpo era stato totalmente stravolto da quegli anni di prigionia. Nel corso di quegli anni infatti, i suoi familiari avevano ormai perso le speranze di ricongiungersi con lui. Appena tornato però, ad attenderlo c’era un altro impegno molto importante, quello del matrimonio, con la sua Mariangela Tommasino. Una storia d’amore incredibile, d’altri tempi, in cui le caratteristiche di ognuno compensavano le mancanze dell’altro. Lo stesso Gaetano la ricorda come una donna forte e valorosa, caparbia e decisa.

Il loro amore è stato ricco di avventure, e ha portato alla nascita dei loro due figli, Franco e Antonio. Gaetano e Mariangela non siedono più assieme. La vita, così imponente e meravigliosa, nella sua ingiustizia, li ha divisi, eppure ancora oggi il cuore di Gaetano, batte ancora forte per il suo grande amore.

Gaetano D'Alessandro
Nonno Gaetano con tutta la sua famiglia

Nel corso della chiacchierata, consumata seduti a un tavolino a bere un sorso di vino, rigorosamente locale, nonno Gaetano non si trattiene dal raccontare ciò che, ad oggi, lo rende maggiormente orgoglioso: aver costruito (e fatto costruire) quaranta appartamenti a Battipaglia: «Con le mie mani ho dato un tetto a quaranta famiglie», racconta.

La chiacchierata termina, così come termina del buon vino in un bicchiere, e prima di concedersi ad altre foto ricordo, tra gli applausi dei suoi affetti, chiude con una frase, che è tutto un programma, e che nel suo tono, racchiude alla perfezione cento anni di vita trascorsi sempre a pieni polmoni: «Eh… e questa è la mia vita».

Gli auguri del sindaco di Piaggine

Nella serata di ieri, in attesa della mezzanotte, che avrebbe aperto le porte dei festeggiamenti per i 100 anni di nonno Gaetano, è stata riservata dai familiari una gradita sorpresa: è arrivato a fare di persona i propri auguri Guglielmo Vairo, il primo cittadino di Piaggine, comune che ha visto nascere e crescere Gaetano D’Alessandro.

Foto di Luca Melucci
Videomaker Raffaele Magliano