Il racconto di un battipagliese trapiantato in Olanda: «Vi spiego perché qui sarà peggio che in Italia».
«Una situazione a mio avviso drammatica» inizia così il racconto di un ragazzo battipagliese trapiantato in Olanda che, per tutelarsi, preferisce rimanere anonimo: «Meglio non rivelare la mia identità, non voglio che abbia ripercussioni sulla mia vita lavorativa». Ma torniamo al virus e a come l’Olanda si prepara ad affrontare quest’emergenza. «Il grafico mostra la curva dei morti per milione di abitante, in giallo c’è l’Olanda che è avviata verso la stessa tragedia dell’Italia ma con tre settimane di ritardo» spiega.
«La differenza sostanziale è che quando l’Italia ha raggiunto quel punto era già in lockdown, mentre qui non se ne parla nemmeno». E c’è un altro grafico che il nostro concittadino ci mostra spaventato, quello che si riferisce al primo caso registrato nelle varie nazioni. «Italia, Spagna e dopo Belgio e Olanda in terza posizione, ma con una differenza: per Italia, Spagna e Belgio il primo caso risale tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio, mentre per l’Olanda è il 26 febbraio se non teniamo conto di San Marino e Andorra che hanno una popolazione irrisoria».
E nonostante l’Olanda sia un Paese all’avanguardia in Europa, pare che i posti in terapia intensiva non siano superiori all’Italia. «L’Olanda è trai peggiori Paesi al mondo sotto questo punto di vista, qui si rischia una carneficina. Hanno chiuso ristoranti e scuole ma con colpevole ritardo, per il resto possiamo spostarci liberamente, le persone vanno in giro e sono “invitate” a mantenere 1,5 metri di distanza, continuano i pic-nic e le attività di assembramento liberamente» spiega amareggiato
E dalle autorità, nessun segnale rassicurante: «Le autorità dicono che “i bambini sono immuni e la curva sta già rallentando”, cercano di minimizzare. E agli over 65 sai che cos’hanno detto? Che se il loro quadro clinico è già compromesso probabilmente non saranno messi in terapia intensiva. Qui la sensazione è che il virus sia una cosa buona, perché può eliminare le persone anziane e non produttive, meno pensioni e servizi sanitari da pagare».