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La pallavolo ai tempi del coronavirus. Un po’ come accaduto a tutti gli sport e a gran parte delle attività commerciali, anche il mondo del volley ha dovuto sospendere le proprie attività per preservare la salute dei propri tesserati. Una decisione giunta lo scorso 4 marzo, come ricordato da Fabrizio Guida, coach dell’ASD Pallavolo Battipaglia, società attualmente quinta nel girone B di serie D: «La nostra Federazione ha subito tracciato una linea decisa – ricorda il mister – attirandosi le critiche di molti esponenti del mondo dello sport. Il tempo ci ha però dato ragione».

Differentemente da altre federazioni, la FIPAV ha bloccato quasi subito tutti i campionati, regolando anche gli allenamenti delle società tesserate: «La FederVolley è stata la prima Federazione sportiva a imporre delle regole ferree, pretendendo per esempio che si potesse fare allenamento ma con la costante presenza di un medico sportivo in palestra. Personalmente, ho scelto di sospendere le attività sia per preservare la salute dei tesserati sia per la difficoltà nel reperire una figura medica che potesse garantirci un servizio così importante e per un numero così consistente di ore e di giorni».

Una scelta difficile ma obbligata, che ha portato anche alla sospensione momentanea di un evento molto importante: «Questo stop non ci voleva, sia per la gravità della situazione che dal punto di vista sportivo. La nostra avrebbe infatti organizzato e ospitato le finali regionali under 18 sia maschile che femminile. Questo avrebbe portato lustro alla città e alla società. Aspettiamo gli sviluppi, ma credo che sarà difficile organizzare i tornei se la situazione non dovesse migliorare in tempi stretti.».

Per quanto riguarda la conclusione dei campionati interrotti, al contrario, Guida si sbilancia positivamente: «Ora dobbiamo pensare a sconfiggere questa pandemia – dice – ma io voglio essere positivo. Se l’emergenza dovesse rientrare per maggio, i campionati potrebbero tranquillamente finire. Certo, bisognerebbe giocare ogni tre giorni e velocizzare i playoff, accantonando la formula del doppio confronto e disputando solo gare secche. Se non si dovesse ricominciare a maggio, però, la situazione potrebbe complicarsi. Entro il 30 giugno, infatti, le stagioni dovranno finire anche perché scadono sia i tesseramenti, che le assicurazioni e i prestiti. Se tutto dovesse finire a inizio maggio, in un mese e mezzo ce la si fa. In momenti come questi dobbiamo pensare positivo. Solo così potremo superare l’emergenza» conclude mister Guida.