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Risveglio amaro per i cittadini di Eboli, che nella mattinata di lunedì si sono ritrovati nuovamente invasi dai miasmi. Impianto di compostaggio ancora una volta nel mirino.

Ancora cattivi odori a Eboli. Una nuova ondata di miasmi ha svegliato la popolazione nella mattinata di lunedì. Gli odori, provenienti dalla zona industriale, hanno invaso l’ingresso della città, e si sono spostati dal vento verso zona San Giovanni. I miasmi sono stati avvertiti anche nei pressi di viale Amendola. L’indignazione dei cittadini ha raggiunto anche la stazione dei vigili urbani, che hanno ricevuto molteplici segnalazioni, e come si legge su La Città di Salerno, i caschi bianchi sono intervenuti anche in località Femmina Morta, dove non hanno potuto far altro che constatare l’effettiva presenza dei cattivi odori.

Il tanfo che da anni perseguita i battipagliesi, è tornato a bussare alle case, questa volta degli ebolitani, a partire dalle 9:00, e a finire nel mirino è stato l’impianto di compostaggio cittadino. Lo stesso, mai completato, che da tempo è al centro di numerose polemiche e contestazioni. E intanto, mentre i due comuni si vedono costretti a convivere con gli odori nauseabondi, la tanto attesa manutenzione all’impianto tarda ad arrivare.

I comitati ambientalisti delle due città in questi anni hanno dato vita a numerosi cortei e mobilitazioni, oltre che esposti alle autorità per sollecitarle a prendere dei provvedimenti nell’interesse della salute delle persone. Inoltre un abitante di viale Francia, una delle zone maggiormente interessate dai miasmi, nel 2017 ha portato in tribunale i dirigenti dell’impianto ebolitano e dell’ex stir di Battipaglia. Il processo è ancora in corso, ed è intervenuto anche il Comune di Battipaglia e Legambiente.

«Il problema annoso dei miasmi è oramai un “compagno” fedele di vita che dequalifica ed indigna le nostre vite ma credo che si senta solo nelle narici del 35% dei battipagliesi, visto le risultanze elettorali – afferma Nunzio Vitolo, esponente del comitato Battipaglia dice No. Il tutto in una città che fa parte di una regione sprovvista di una regolamentazione sull’impatto odorigeno (anche se la provincia su questo ci ha impiantato una delibera) e comunque parliamo di un sito, quello che origina la puzza, posto sotto sequestro ma con diritto di uso e di appestare le nostre vite negando quotidianamente due diritti costituzionali nella nostra città. Il diritto alla salute ed il diritto alla libertà di aprire liberamente gli infissi delle nostre abitazioni».

A Vitolo fa eco un’altra rappresentante del comitato cittadino, Lidia D’Angelo: «Anche con le imposte chiuse a Battipaglia continuiamo a sentire la solita puzza di immondizia acida. In questi giorni pare che anche nelle zone periferiche di Eboli, prossime alla zona industriale, si avverta la stessa puzza. Da tre anni chiediamo sempre le stesse cose. Una normativa regionale che fissi dei limiti alle emissioni odorigene, lo svolgimento dei lavori di adeguamento dell’impianto di Eboli e la tutela dei cittadini fino alla conclusione dei lavori. Non è possibile che un impianto sotto sequestro continui a lavorare e ad emettere gli stessi cattivi odori».

Gli attivisti chiedono soprattutto che: «la magistratura agisca in maniera rapida. La tutela dei diritti dei cittadini, della salute e della possibilità di avere un’esistenza libera e dignitosa dovrebbe prevalere sugli interessi economici seppur legittimi».