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Continuano a restare al palo i lavori per il terminal bus a Battipaglia. Dal Consorzio Asi Visconti: «Lavori all’85%. Perché non si apre il terminal?»

Si torna a discutere dei lavori per la realizzazione del centro integrato d’interscambio a Battipaglia. Nell’occhio del ciclone va specialmente il cantiere relativo al terminal bus. Particolarmente critico è Antonio Visconti. «La verità è che l’amministrazione subisce le esigenze dell’impresa senza far prevalere l’interesse generale», afferma il consigliere d’opposizione e presidente del Consorzio Asi.

«Se lo stato d’avanzamento è all’85%, perché non si apre il terminal bus?», s’interroga Visconti, che a La Città ha detto: «Ad oggi sono state aperte solo la palazzina Inps, per la quale l’istituto versa un significativo canone ai privati, ed una parte dell’area di sosta, che pure porta liquidità ai partner del Comune». La sensazione del presidente Asi è che «il concessionario stia procedendo all’apertura e al collaudo di ciò che gli conviene, mentre tutto il resto resta chiuso».

«È tutto fermo in attesa che il privato trovi gli inquilini», aggiunge Visconti, in riferimento ai locali commerciali che andrebbero a rendere attrattiva la zona. «Se s’iniziasse ad aprire ed il trasporto pubblico locale battipagliese, che continua a paralizzare il centro, venisse dirottato lì, si agevolerebbe la mobilità e l’animazione che si creerebbe tra le persone indurrebbe le attività economiche ad investire nella palazzina come negli altri spazi inutilizzati. È un contesto che per l’Asi è di rilevanza stratosferica».

C’è un grande potenziale che andrebbe sfruttato, per il consigliere comunale: «La nostra stazione può diventare l’Afragola del salernitano. Si stima che la fermata d’una Freccia muova un’economia da centinaia di migliaia di euro; cosa accadrebbe se ne arrivassero sette o otto al giorno, in un’area con ben 800 parcheggi?».

Passando in rassegna un po’ di dati: l’opera, nel suo complesso, costa 37 milioni di euro, con cuore pulsante del progetto da ritrovare nel terminal bus, a cui sono annessi 800 posti auto, stallo per 25 pullman e realizzazione di un centro d’interscambio. A questi s’aggiunge il sovrappasso pedonale sulla ferrovia, mai utilizzato perché privo ancora degli ascensori, necessari per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

All’inizio il progetto andava ultimato tra il 2016 e il 2017, l’interdittiva antimafia bloccò tutto e rimandò al 2020, ma a 2023 iniziato il centro integrato d’interscambio è ancora fermo.