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I parroci sul rogo avvenuto all’interno dell’ex materassificio, bene confiscato alla criminalità organizzata: «Non crediamo che qualcuno voglia mandare un messaggio, andiamo avanti col progetto».

Il rogo nell’ex materassificio di via Catania, il bene confiscato alla criminalità organizzata nel rione “Serroni”, non preoccupa i parroci in città. Nonostante la natura dolosa dell’incendio di giovedì sera, che fa il paio con quello del 27 luglio scorso in via Fosso Pioppo sempre nel bene sequestrato alla Camorra, secondo i preti battipagliesi non ci sono intenzioni intimidatorie dietro questi episodi. Nell’ex fabbrica Rispoli, grazie alla possibilità di usufruire dell’ecobonus, a breve partiranno i lavori di riqualificazione dell’area. «Commenti sulla natura dell’incendio – dice don Paolo Castaldi, parroco del quartiere “Serroni” – non ne posso fare perché credo ci saranno delle indagini in corso. E certamente non sarà un rogo a fermare il nostro progetto: quel luogo era ricettacolo di immondizia e situazioni di forte degrado. Quando il Comune lo ha sequestrato alla malavita organizzata, quattro parrocchie hanno deciso di mettersi in gioco».

“San Gregorio VII”, “Sant’Antonio”, “Santa Maria della Speranza” e la chiesa dell’”Aversana”, era questo il “pool delle parrocchie” che avevano deciso, nel 2015, di trasformare quel luogo in progetto di housing sociale per aiutare le famiglie più bisognose. «Un atto intimidatorio da parte di qualcuno a cui diamo fastidio? Io credo di no. Voglio credere che sia così» conclude don Paolo Castaldi. E sull’incendio del 2014, che interessò quella stessa area, il parroco della chiesa “San Gregorio VII” nel quartiere Sant’Anna precisa: «L’incendio di cinque anni fa – dice Don Michele Olivieriesula da tutto il discorso che è nato dopo. Sono a Roma in questi giorni e non ero al corrente del rogo di giovedì sera. La volontà da parte di terzi di lanciare un segnale? Non penso e non mi sentirei di dirlo. Piuttosto, l’unico atto intimidatorio, ad oggi, è arrivato dall’ufficio tecnico che ci intimava la pulizia e il ripristino della struttura. Ecco, parliamo di un bene che ci è stato affidato. Molte volte si rasenta il ridicolo…».

Il progetto prevede la realizzazione di un auditorium all’aperto, d’un campetto sportivo polifunzionale, di una mensa e una lavanderia sociale, e di una ventina d’appartamenti per dare un tetto alle famiglie bisognose. Costerà circa un milione e mezzo di euro, e ci sarà bisogno dell’intervento dei privati. «Il Comune è sempre stato latitante – aggiunge don Michele Olivieriin merito. Adesso pare anche da parte della sindaca Francese ci sia la volontà di portare a termine questo progetto. Stiamo lavorando in sinergia per individuare canali e reperire fonti in modo da rimettere in sesto una struttura ormai fatiscente».