Se Alberto Angela passasse da qui

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Ieri è stato il suo compleanno e stasera verrà messa in onda l’ultima puntata di Meraviglie, l’ennesimo suo programma in cui grazie al suo eloquio, alla sua gestualità pacata, al suo aplomb da lord inglese, ci conduce in una dimensione televisiva altra, in cui poter apprendere cose che ti lasciano il sapore dolce in bocca.
Ma chi è veramente Alberto Angela, chi è l’uomo che si cela dietro il personaggio televisivo, chi è questo cinquantasettenne amato dalle donne e dagli uomini, quest’uomo che ti fa venire voglia, ascoltandolo, di comprare un libro sui sumeri, visitare un museo sui sumeri, diventare tu stesso un sumero.

Che potrebbe rendere interessante anche la storia di un pesce rosso in una palla di vetro, e tu lì a pensare “Cavolo nella prossima vita voglio rinascere pesce rosso”.
Che potrebbe descrivere anche una buca in città a Battipaglia o un albero sventrato in mezzo alla campagna e convincerci che sia la cosa più delicata al mondo.
Che si fa amare incondizionatamente e che al solo guardarlo ti attiva endorfine e testosterone, e attiva pure la voglia di mettere su famiglia, andare a vivere in un iglù in Alaska e studiare il fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai.
Con la sua camicia senza pieghe il prode Alberto è il nostro Clark Kent, un uomo dotato di poteri soprannaturali, poiché parla a tu per tu con i grandi personaggi della storia e leggenda narra che a Brunelleschi gli sia apparso in sogno e gli abbia sussurrato all’orecchio “Cupola Autoportante”.
Praticamente le meraviglie d’Italia sono state realizzate solo per poter essere un giorno raccontate da lui.
Ecco quest’uomo che “divulga forte”, in più di 50 sfumature, possiede il fascino e le armi del supereroe, come quando due anni fa ha privato Beyoncé della possibilità di registrare un suo video clip al Colosseo perché stava girando prima lui, e poi lui, impavido, si fa dare l’autorizzazione per andare fuori dal percorso prestabilito delle grotte di Frasassi.

Lo amano le donne che vorrebbero essere guardate dal proprio uomo con lo stesso incanto con cui lui guarda gli affreschi della casa del lupanare a Pompei.
Lo amano gli uomini perché immaginano che quando la moglie vorrebbe uscire e andare all’Ikea e lui non ne abbia voglia gli basta dire: “Mi spiace amore ma stasera devo esaminare un reperto azteco”.
E lei non dubitando delle sue parole gli risponde “no, vabbe’, ci mancherebbe, gli aztechi prima di tutto” e lo lascia in pace.
Dell’uomo si sa pochissimo ma essendo figlio del grande Piero e sapendo che il nonno è stato nominato “Giusto tra le Nazioni” per aver salvato decine di ebrei durante la seconda guerra mondiale possiamo solo intuire che egli discenda dalla Gens Iulia, figli di Enea semidio figlio di Venere.
Ed è buffo il momento storico che viviamo.
Lui ci propone tutta la bellezza d’Italia e nello stesso momento siamo governati da chi proprio non sa cosa siano la bellezza, l’eleganza e la cura verso le cose belle.

Magari passasse per Battipaglia e, col suo intervento soprannaturale, ridasse bellezza ai luoghi, alle strade, ai vicoli, ai marciapiedi, alle piazze, ai giardini della città, al Castelluccio no, perché a tentare di restituirgli bellezza ci ha già pensato qualche architetto squinternato con esiti alquanto disastrosi.
Ritornando a lui è arrivata l’ora che il semidio, il magnifico, prenda la guida del governo e conduca il popolo italiano verso un’era di prosperità e ricchezza culturale, oppure più adeguatamente a quello che è il suo rango, acclamiamolo Re d’Italia e facciamo di Simone, il ragazzo quindicenne che ha sfidato i fascisti a Torre Maura, Primo Cavaliere del Re.
In definitiva possiamo dire che “Fatti non fummo a viver come bruti, ma per seguire Alberto Angela” che è la vera meraviglia d’Italia.