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Addio al calcio giocato. Almeno per un anno. Il prezzo? 1.500 euro, per l’esattezza. Sarebbero queste le cifre che hanno fatto saltare l’iscrizione della Battipagliese al prossimo campionato d’eccellenza. Nella città protagonista negli anni ’90 con la storica promozione in C1, e per aver affrontato squadre del calibro di Frosinone e Palermo allo stadio “Pastena”, si ferma il calcio. Il 2020/2021 sarà una stagione sabbatica per le zebrette.

La causa è da ricercare in una vertenza tra la società e l’allenatore dei portieri Enzo Barbato che, a differenza dei calciatori, con la società del presidente Mario Pumpo aveva un contratto. Quietanze mai risolte e che rappresentano la “conditio sine qua non” una squadra possa iscriversi a un campionato. Oltre alla quota d’iscrizione, ovviamente. Tempo scaduto per i bianconeri. Entro il termine perentorio, fissato prima per il 30 luglio e poi prorogato sino al 6 agosto, non è stata registrata l’iscrizione della squadra bianconera al campionato d’eccellenza. È la seconda volta in sette anni che accade. Già nel 2013, infatti, la società presieduta da Ferrara conquistò la salvezza in serie D sul campo del Sorrento senza riuscire però a confermare l’iscrizione nei mesi successivi.

Enzo Barbato, che vantava un credito di 2.400 euro con la società, aveva deciso di venire incontro ai vertici riducendo la somma a 1.500 euro. Non c’è stato verso. Probabilmente, anche la risoluzione della quietanza non sarebbe bastata. Le casse societarie languono. E la quota d’iscrizione difficilmente sarebbe stata pagata. Sulle sponde del Tusciano, almeno per quest’anno, i tifosi della Battipagliese dovranno rinunciare all’appuntamento domenicale. Causa Covid? No, causa denaro.