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Ancora polemiche sulla gestione dei buoni spesa da parte del Comune

Mirra: «Burocrazia miope ed incapace», l’assessore Giuliano difende l’operato dell’Amministrazione

Dopo le perplessità sollevate nella giornata di ieri da parte dell’associazione Civica Mente con un post sulla propria pagina Facebook, sulla gestione da parte dell’Amministrazione comunale dei buoni spesa e, in generale, dei fondi stanziati dal Governo ai Comuni per sostenere e aiutare le famiglie maggiormente colpite dalla crisi economica in seguito all’emergenza Covid-19, non si esauriscono le polemiche.

All’attacco infatti va anche il consigliere comunale Egidio Mirra, che dice: «Avevo subito fatto notare agli organi preposti che le domande erano farcite di requisiti assurdi (tra tutte la priorità alla non titolarità di un c/c postale e/o bancario) che mal si sposavano con un periodo tragico di tale portata. Il risultato? Il non invidiabile record di aver distribuito neanche la metà degli oltre 400mila euro destinati dal Governo».

Mirra e Civica Mente sono entrambi d’accordo sulla causa di tale risultato, la burocrazia, che il consigliere comunale identifica come «miope ed incapace», complicando giorni già duri da affrontare da parte dei nuclei familiari in difficoltà. Mirra sottolinea anche come avesse avanzato delle proposte, rimaste inascoltate, tra cui quella di coinvolgere il terzo settore cittadino insieme alle parrocchie, e accontentare immediatamente i soggetti che non sarebbero riusciti ad entrare tra i beneficiari del Banco Alimentare.

L’Ass. Monica Giuliano: «

Dalla casa comunale arriva la difesa dell’Assessore alle Politiche Sociali, Monica Giuliano, che in una nota risponde a tutte le perplessità sollevate da Civica Mente, partendo dalle pagine del bando. Tre, troppe per l’associazione: «La domanda per ottenere il buono era sì composta da tre fogli ma mentre sul terzo bisognava barrare la casella per il consenso al trattamento dei dati personali, ed apporre data e firma, la prima pagina andava completata con i dati anagrafici del soggetto richiedente e del suo nucleo familiare, e la seconda richiedeva qualche minuto di attenzione per la sua compilazione» spiega l’assessore Giuliano, che aggiunge: «Il modello di domanda battipagliese non è altro che quello suggerito dall’Anci, peraltro alleggerito di alcuni elementi (licenziamento, reddito isee, altro)».

Nessun requisito stringente, anzi, e il team impiegato nella gestione dei buoni spesa è composto da «stimate figure dirigenziali e straordinari impiegati che, con sacrificio e senso di responsabilità, si sono rimboccati le maniche per evitare di respingere domande incomplete e dare la possibilità di rimediare a chi probabilmente aveva depositato la richiesta sommariamente compilata», si legge nella nota dell’assessore, che aggiunge come non sia stato neanche disdegnato il supporto di Caf e centri di assistenza. Nei giorni del bando sarebbero stati chiusi e non solo: «le poche sedi aperte non sempre si sono mostrate disposte ad aiutare gratuitamente gli utenti».

La Giuliano si dice amareggiata, e prosegue: «È stato più facile ed ha forse avuto un impatto maggiore l’idea di sfruttare l’immagine delle famiglie private del “piatto a tavola” per ottenere qualche consenso, senza preoccuparsi di poterle mortificare ulteriormente e senza voler considerare quelle, più numerose, che invece il bonus  lo hanno già  ottenuto (e forse anche speso)». L’assessore alle Politiche Sociali, in conclusione, consiglia: «Prima di fare mera e sterile opposizione alle scelte dell’Amministrazione, sarebbe opportuno fermarsi un attimo a considerare che dietro ogni atto o procedura, c’è il lavoro, l’impegno e la professionalità di chi svolge un ruolo non politico e di chi, in tutto quello che fa, ci mette sempre anche il cuore».