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Il Comune di Battipaglia annulla le determine di Giuseppe Lullo partorite tra il 2013 e il 2016. Adesso l’ex sindaco Fernando Zara dovrà restituire i rimborsi spese ottenuti: 47mila euro.

L’ex sindaco Fernando Zara dovrà rimborsare il Comune che ha amministrato per 7 anni. È scritto nero su bianco in una determina dello scorso 8 marzo, che in calce porta la firma di Gennaro Izzo, responsabile del Servizio contenzioso dell’Ente di piazza Aldo Moro, con la quale è stato deciso di annullare quattro vecchie determine, risalenti a un periodo compreso tra il 2013 e il 2016, che stabilirono la liquidazione in favore di Zara e del suo legale Michele Tedesco di oltre 47mila euro. Una somma che l’ex primo cittadino chiese all’Ente nel 2013 come rimborso delle spese legali in favore degli amministratori coinvolti in un processo quali imputati, durante l’esercizio del mandato da sindaco, e poi assolti con sentenze passate in giudicato.

COLPO DI SPUGNA SULLE DETERMINE DI LULLO: ZARA DEVE RESTITUIRE 47MILA EURO

Il procedimento penale che vide coinvolto Zara è quello del 1995, anno in cui i magistrati aprirono un’inchiesta, culminata nell’arresto del 1997, quando sul medico battipagliese penderono diverse accuse: corruzione, violazione della normativa e abuso d’ufficio relativamente a diverse vicende che lo videro protagonista, come la lottizzazione Siis, il condono Acquabat, la gestione dei servizi sociali, l’edizione del 1995 della “Città dei Ragazzi” e il caso “Informagiovani”. Sei anni più tardi, nel 2003, Zara venne assolto. E nel 2013 batté cassa: chiese all’Ente la liquidazione delle spese legali, così come previsto dallo statuto comunale. All’epoca, il Comune di Battipaglia riconobbe a Zara, ai fini del pagamento, solamente i capi d’imputazione per i quali fu assolto con formula piena. I vertici di Palazzo di Città rimborsarono Zara per 38mila euro rispetto ai 47mila previsti. I circa 9mila di differenza, infatti, servirono a compensare il debito contratto proprio da quest’ultimo nei confronti del Comune per la vicenda che interessò 32 ex consiglieri comunali dell’amministrazione guidata da Alfredo Liguori, finiti nel mirino della Procura con l’accusa di abuso d’ufficio e truffa allo Stato e prosciolti nel 2009 dopo aver deciso nel civico consesso di prendere un’indennità da consigliere comunale anziché il gettone di presenza. Furono prosciolti, ma l’obbligo di restituire quelle somme non fu annullato.

SECONDO LA CORTE DEI CONTI QUEI RIMBORSI FURONO GONFIATI

E Zara, tra i consiglieri comunali di quell’amministrazione, compensò il debito. Fino al 2021, quando una sentenza della Corte dei Conti giudicò quei rimborsi gonfiati ed illegittimi. «Tale esorbitante rimborso –si legge nella sentenza delle toghe napoletane – è avvenuto in presenza di una sentenza penale di condanna giuridicamente non frazionabile ai fini del rimborso con la quale veniva accertato in capo al sindaco il reato di corruzione e comminata la condanna ad un anno e mezzo di reclusione. Tali considerazioni valgono di per sé ad escludere la debenza di un qualsivoglia rimborso spese in favore di Zara, sia in quanto amministratore e non dipendente, sia in quanto soggetto a parziale condanna ed in posizione di conflitto di interessi con l’amministrazione di appartenenza».

Zara
L’ex sindaco di Battipaglia Fernando Zara

Una vicenda che tirò dentro pure Giuseppe Lullo, l’ex dirigente del Settore avvocatura che liquidò quelle somme e condannato anch’egli alla restituzione. Ma Zara si dice pronto a fare ricorso: «Naturalmente farò ricorso al decreto ingiuntivo – commenta -. Preciso che io questi soldi non li ho mai visti, poiché ad incassarli è stato il mio legale. Rimane strano che tutti coloro i quali sono stati coinvolti in procedimenti giudiziari dal 1997 ad oggi sono stati pagati. Forse io rimango l’ossessione della Francese, compresi gli ex amici Francesco Falcone e Francesco Marino, e di un’amministrazione che ha avviato un’indagine sul mio conto avvisandomi un anno dopo».