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Affondo del consigliere di Civica Mente, Maurizio Mirra, sulle nuove lottizzazioni previste a Battipaglia. «Sconfinato uso del 7 bis».

Tre nuove lottizzazioni per 25mila metri cubi di cemento. La nuova colata prevista a Battipaglia sarà oggetto della I Commissione consiliare Lavori pubblici e Urbanistica convocata per il prossimo 23 febbraio a Palazzo di Città. Si discuterà, nel merito, del rilascio di tre concessioni relative ad altrettante richieste di recupero di complessi produttivi dismessi per realizzazione nuove costruzioni di edilizia privata. E il consigliere comunale di Civica Mente, Maurizio Mirra, insorge. «In una città che ci ha abituato allo scempio, la cui vivibilità risulta compromessa e di difficile recupero, ed alla luce di altre operazioni del genere approvate non molto tempo fa, ci corre l’obbligo di chiedere a gran voce lo stop ad una operazione senza senso che potrebbe togliere ulteriori possibili aree pubbliche o verdi per i battipagliesi, cementificando le aree individuate più di quanto sarebbe necessario».

Nella città capofila della Piana del Sele, che attende un nuovo Puc dal 1972, e che potrebbe, 50 anni dopo, avere un nuovo piano regolatore rivedendo gli standard urbanistici in città, la decisione di approvare tre nuovi progetti appare «irragionevole» a detta dell’ex assessore durante l’amministrazione Santomauro, Maurizio Mirra. «Qualora il piano fosse stato già definito in termini di fabbisogni alloggiativi, complessivi e di comparto, l’approvazione di queste richieste rischierebbe di sparigliare le carte, richiedendo una riformulazione completa dello stesso, avvantaggiando alcuni a discapito di altri. In una città dove le operazioni edilizie spesso sono ad orologeria, dove non vi è una regola certa per tutti ma estrema discrezione delle decisioni, ciò non ci sorprenderebbe di certo. Ma sarebbe l’ennesima dimostrazione del fatto che nella casa comunale cambiano i suonatori ma la musica resta sempre la stessa».

TRE NUOVI INTERVENTI DI EDILIZIA PRIVATA

Sono tre le richieste di permesso a costruire finite sulla scrivania del numero uno del Settore tecnico, il dirigente Carmine Salerno. La prima delle lottizzazioni è della “Mediterrannea srl”, la società riconducibile a Giuseppe Pontecorvo che sui terreni un tempo destinati agli uffici zonali dell’Inps, nel cuore pulsante del rione Sant’Anna, oggi sede d’un complesso dismesso, vorrebbe tirare su un fabbricato a torre con destinazione residenziale, di volumetria pari a circa 7mila metri cubi, che ospiterebbe 84 nuovi abitanti con altri 1.680 metri quadri destinati invece a standard urbanistici. La proposta progettuale, a settembre del 2020, ottenne il placet del consiglio comunale. Il secondo intervento, invece, arriva dalla “Ellegi Costruzioni”, srl di proprietà della famiglia Lanzetta, tra i “re del cemento” in città, e nello specifico di Antonio Lanzetta. Articolo 7 bis, anche in questo caso. E anche in questo caso sorgerebbe un complesso residenziale. Prima, però, c’è bisogno di demolire il complesso dismesso attualmente insistente in via Matteo Ripa, sui quali suoli insistono alcuni manufatti edificati a partire dagli anni Quaranta dalla ditta “Gambardella e Rago”. L’ultima richiesta di permesso a costruire, invece, arriva dalle sorelle Laura e Velia Landi, proprietarie d’un compendio immobiliare in via Generale Gonzaga, a pochi passi dal “Fabio Besta”. Sui terreni dove originariamente insisteva un complesso produttivo/artigianale adibito a falegnameria, l’idea è di procedere alla demolizione dell’immobile con proposta di ricostruzione del preesistente edificio produttivo, fatiscente e pericolante.