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Il camper dei migranti sbarca nella Piana del Sele. Si chiama “Supreme” e servirà a monitorare lo stato di salute dei migranti regolari presenti sul territorio con test rapidi e visiti mediche.

Supreme“, il camper dei migranti per l’assistenza socio-sanitaria sbarca nei comuni della Piana del Sele. I caravan sono presenti nelle città di Battipaglia, Eboli, Capaccio-Paestum, Bellizzi, Pontecagnano, Albanella e serviranno, stando a quanto riferisce il referente Salvatore Sorriento, a effettuare test rapidi per verificare la diffusione del Covid-19 tra i migranti regolari presenti sul territorio, oltre alle garantite visite mediche.

Un progetto già presente nei comuni di Napoli e Caserta, e che adesso sbarca pure nel salernitano. In quella Piana del Sele dove la densità degli immigrati presenti sul territorio è sicuramente notevole. “Supreme” nasce da un accordo tra la Regione Campania e l’Unione Europea, i cui fondi, 985.000 euro, sono serviti a finanziare l’iniziativa che sta riscuotendo un considerevole successo.

IL VALORE SOCIALE DEL CAMPER

Decine di volontari a servizio della comunità che, oltre ai già menzionati test rapidi e visiti mediche, stanno distribuendo dei kit preventivi e dei pacchi alimentari per ovviare a tutte le difficoltà che il Covid-19 sta generando. A Battipaglia sono due i mezzi presenti in altrettante zone: il primo in zona litoranea, l’area più popolata dagli immigrati, e il secondo in tour presso le varie parrocchie cittadine. Uno screening a tappeto che servirà a individuare nel minor tempo possibile i casi di Covid e, allo stesso tempo, a sensibilizzare una fetta di popolazione ancora non realmente informata sulle cause e sugli effetti del virus.

Il camper avrà soprattutto un valore sociale, stando a quanto riferisce la volontaria, e mediatrice culturale, Fatiha Chakir. Oltre alle cure mediche, infatti, i volontari svolgeranno azioni di assistenza psicologica e di alfabetizzazione in favore degli stranieri al fine di facilitare anche gli accessi al sistema sanitario regionale. Il progetto, cominciato già tra la primavera e l’estate, era partito un po’ in sordina. Probabilmente anche a causa del virus che, all’epoca, non si era diffuso a macchia d’olio come negli ultimi mesi.